Papaveri e grano

Papaveri e grano

giovedì 27 febbraio 2014

Venezia in maschera



Ok, è turistica da morire.
Ok, è qualcosa di già visto, rivisto, stravisto.
Ok, se cadi in un canale è più facile che muori di malattie strane che neanche di annegamento.
Ma come si fa a non amare Venezia? Facile: basta andare durante il carnevale!




Avete presente il girone infernale in cui finirebbero i turisti giapponesi che si fermano a tutti i monumenti e su tutti i ponti per scattare fotografie e che intasano il già congestionato traffico pedonale in quelle minuscole viette? Perfetto! Ora avete una vaga idea di:
- quanta cavolo di gente c'era;
- gli ingorghi che ne derivavano;
- le maledizioni che ne scaturivano;
- dove finirò post mortem (perché in effetti un buon 300 persone in ritardo le ho causate anche io).



Ma come si fa a non amare Venezia?
E' bella da vedere ad ogni ora del giorno e della notte. Col sole, le nuvole o la pioggia. In tutte le quattro stagioni. E ogni volta che ci torno, anche passando negli stessi posti, la ritrovo più affascinante anche se non cambia di una virgola e resta sempre uguale a se stessa (al massimo scende un po' di più sotto il livello del mare).





Il carnevale è in realtà solo un pretesto per tornare a visitarla. Anche se di fretta. Anche se con una folla inimmaginabile. Perché il bello del carnevale di Venezia non è tanto il carnevale. Ma Venezia.







E poi a me manco piace il carnevale...

Nessun commento:

Posta un commento