Papaveri e grano

Papaveri e grano

sabato 8 marzo 2014

Valencia in "filtro Valencia"

Non posso avere il blocco dello scrittore, perché non sono uno scrittore. Però non so cosa scrivere...
Non posso avere il blocco del fotografo, perché non so usare Instagram. Però ho rubato l'idea del filtro "Valencia" da applicare a queste foto di viaggio. Fatte (indovinate un po' dove?) a Valencia!


Ogni buon viaggio che si rispetti parte con una colazione.
In tre giorni, ho fatto sei colazioni. Era un viaggio molto rispettabile, infatti.
E non fatevi fregare dalla quantità di Starbucks presenti (che solo se dici "Starbucks" senti già i gridolini delle donne): la vera colazione si fa con la cioccolata budinosa e i churros, che sono talmente unti da riuscire a vedere le mie dita oliate ai raggi X.


Il giro prosegue tra negozietti e mercato cittadino, giusto perché lo shopping a noi ci piace e fuori casa vale doppio.
E in un'infilata di quattro scatti riesci a beccare:
- il vecchio libraio che sembra il nonno acculturato di Heidi;
- la bambina che non ha mai visto 1kg di fragole a 3 €;
- il venditore di frutta secca che ti dice "no photo";
- le caramelle più scadute della città.





E già che sei a Valencia, vuoi non andare a fare un giretto al mare?
E già che sei al mare, non vuoi mangiarti la paella?
E già che stai ordinando la paella, non te la vuoi mangiare alla valenciana?
Olè!




Però poi torni ad essere turista consapevole, e ti tocca visitare (per una legge non scritta) tutta quella roba vecchia, cadente, in mattoni e ceramica, che la gente si ostina a chiamare centro storico. E non c'era neanche la corrida alla Plaza de Toro, carramba!









Per non dimenticare tutta la parte nuova, nella "Ciutat de les Arts i les Ciències", con i suoi giardini, le ceramiche (sì, ancora ceramiche!), le strutture ipermoderne e che ti sembra di essere "Jonah nella pancia della balena", il delfinario, gli edifici che spuntano dal pelo dell'acqua e tutte le lucine della sera che ti fan capire quanto gli architetti siano dediti a spippacchiarsi dosi massicce di crack...










E, culo vuole, si arriva a Valencia nei primi giorni de "Las Fallas", tipo festa dei rioni di paese moltiplicata per 800 mila abitanti. Senza nulla togliere al carnevale, ai fuochi d'artificio delle 2 di pomeriggio (che solo col fumo sembrava di stare in Afghanistan dopo un bombardamento a tappetto) e ai venditori di birra a 1 €, che insistono nello spacciartela per "fresca", anche con 24 °C all'ombra e qualche decina di migliaia di spettatori tutt'intorno.








Volevo quindi chiudere questa paginacon qualcosa che non si vede tutti i giorni: "Les gnoccas de Valencia" e i loro sguardi sensuali e maliziosi!



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