Non posso avere il blocco del fotografo, perché non so usare Instagram. Però ho rubato l'idea del filtro "Valencia" da applicare a queste foto di viaggio. Fatte (indovinate un po' dove?) a Valencia!
Ogni buon viaggio che si rispetti parte con una colazione.
In tre giorni, ho fatto sei colazioni. Era un viaggio molto rispettabile, infatti.
E non fatevi fregare dalla quantità di Starbucks presenti (che solo se dici "Starbucks" senti già i gridolini delle donne): la vera colazione si fa con la cioccolata budinosa e i churros, che sono talmente unti da riuscire a vedere le mie dita oliate ai raggi X.
E in un'infilata di quattro scatti riesci a beccare:
- il vecchio libraio che sembra il nonno acculturato di Heidi;
- la bambina che non ha mai visto 1kg di fragole a 3 €;
- il venditore di frutta secca che ti dice "no photo";
- le caramelle più scadute della città.
E già che sei a Valencia, vuoi non andare a fare un giretto al mare?
E già che sei al mare, non vuoi mangiarti la paella?
E già che stai ordinando la paella, non te la vuoi mangiare alla valenciana?
Olè!
Però poi torni ad essere turista consapevole, e ti tocca visitare (per una legge non scritta) tutta quella roba vecchia, cadente, in mattoni e ceramica, che la gente si ostina a chiamare centro storico. E non c'era neanche la corrida alla Plaza de Toro, carramba!
Per non dimenticare tutta la parte nuova, nella "Ciutat de les Arts i les Ciències", con i suoi giardini, le ceramiche (sì, ancora ceramiche!), le strutture ipermoderne e che ti sembra di essere "Jonah nella pancia della balena", il delfinario, gli edifici che spuntano dal pelo dell'acqua e tutte le lucine della sera che ti fan capire quanto gli architetti siano dediti a spippacchiarsi dosi massicce di crack...
E, culo vuole, si arriva a Valencia nei primi giorni de "Las Fallas", tipo festa dei rioni di paese moltiplicata per 800 mila abitanti. Senza nulla togliere al carnevale, ai fuochi d'artificio delle 2 di pomeriggio (che solo col fumo sembrava di stare in Afghanistan dopo un bombardamento a tappetto) e ai venditori di birra a 1 €, che insistono nello spacciartela per "fresca", anche con 24 °C all'ombra e qualche decina di migliaia di spettatori tutt'intorno.
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